Il viaggio nel mondo dei manga continua ed oggi torniamo a parlare di Rumiko Takahashi e di una delle sue opere più famose: Inuyasha. Realizzato tra il 1996 e il 2008, viene distribuito in Italia dalla Starcomics.
L’anime è stato trasmesso in Italia per la prima volta da Mtv (oggi canale 8) durante i tempi gloriosi dell’anime night. Oggi la cara Netflix ha deciso di diffondere il verbo, proponendolo sulla propria piattaforma.
Autore e differenze con le altre opere
Autrice di Ranma 1/2 (articolo qui) e Lamù, la Takahashi pur mantenendo lo stile grafico simile alle sue opere precedenti (peculiarità che mostra anche nei suoi ultimi lavori Rinne e Mao), con Inuyasha dà un taglio nuovo. Inserisce elementi della mitologia e religione giapponese, inserendo scene realisticamente crude (battaglie, esecuzioni) e personaggi spietati (dallo stesso antagonista a molti altri).
Nulla a che vedere con l’atmosfera comica e le situazioni paradossali di Ranma ½. E per questo ha riscosso talmente tanta fama da spodestare l’indimenticabile Lamù e il ragazzo codinato. Dalla serie sono stati realizzati un’anime e diversi movies (che trovate sempre su mamma Netflix) non collegati alla trama.
Dopo questa premessa papirica e sicuramente NON nutrita da una fangirlismo ancora non del tutto sopito, inizio a raccontarvi la storia.
Storia e personaggi
I protagonisti principali provengono da due epoche diverse (per iniziare bene). Inuyasha è un mezzo demone cane demone dell’epoca Sengoku (1467-1603, medioevo giapponese), nato da madre umana e padre demone. Kagome è una normale ragazza quindicenne della nostra epoca (o meglio di fine anni Novanta, periodo in cui è ambientata la storia) all’ultimo anno delle scuole medie (NB:il sistema scolastico giapponese è diverso dal nostro) che vive in un tempio shintoista e non crede in nulla che sia legato al sovrannaturale. Il nonno infatti sin da piccola le parla di un oggetto potente e capace di esaudire qualsiasi desiderio: la sfera dei quattro spiriti. Un giorno,mentre cerca il gatto, entra in una delle stanze del tempio che custodisce un pozzo e improvvisamente da esso esce un demone che la rapisce e la porta indietro nel tempo, nell’epoca Sengoku! Qui dopo aver liberato Inuyasha, rimasto imprigionato per 50 anni da una maledizione e aver scoperto di essere la custode della sfera dei quattro spiriti,che distrugge per sbaglio, inizia il viaggio alla ricerca dei suoi frammenti.
Nel corso del loro viaggio si uniranno altri personaggi come il piccolo demone volpe Shippo, il monaco buddista Miroku colpito da una maledizione alla mano destra e Sango, sterminatrice di demoni in cerca di vendetta per la sua famiglia uccisa da un misterioso demone.

In perfetto stile Takahashi, ogni cosa ha un senso anche se non sembra. Destino, triangoli amorosi e complotti. Tutto perfettamente in regola per incasinarvi il cervello.
Perché leggerlo e guardarlo
L’originalità di questo manga risiede nel dar spazio ad ogni personaggio, mostrandone debolezze e potenzialità. C’è un’evoluzione in meglio o in peggio di ognuno di essi e il lettore non può fare altro che assistere e domandarsi su come accadrà.
Iniziamo dal protagonista, frutto di un amore proibito e per questo da sempre discriminato. Orfano di genitori e rifiutato dall’unico fratello, demone completo potentissimo che lo considera responsabile della morte del padre e un essere inferiore da eliminare. Ritorna qui il tema della diversità già esplorato in Ranma ½ ma ben più profondo.
In Inuyasha, la debolezza è un elemento quasi tragico dettato sia da un cambiamento fisico (la trasformazione in essere umano nelle notti di luna piena) che emotivo. Il mezzo demone considera infatti la sua parte umana come una condanna che si aggiunge al suo essere imperfetto e che lo priva della forza che sembra essere l’unico elemento per venire accettato dalla società. E qui non sarà solo l’amore della protagonista a fargli cambiare idea ma anche e soprattutto la sua presa di consapevolezza, la sua crescita che simbolicamente la Takahashi rappresenta attraverso una spada,Tessaiga, eredità del padre e guida nel suo percorso evolutivo.
Altro tema ricorrente è quello della memoria, introdotto in modo geniale. Kagome,protagonista femminile del manga, scopre essere la reincarnazione del primo amore di Inuyasha, la sacerdotessa Kikyo, sia per la somiglianza fisica che per le capacità spirituali. Verrà a lungo intrappolata nell’etichetta della reincarnata fino a crearsi una propria identità. Altra protagonista “vittima” di questo tema è Kikyo, sacerdotessa e compagna di Inuyasha, morta in tragiche circostanze a causa di un malinteso e riportata in vita in un corpo fantoccio. Da lì vari saranno i tentativi di riappropriarsi della propria anima custodita in Kagome e di vendicarsi di Naraku.
Questi sono solo alcuni degli elementi che fanno di questo manga un MUST per chi vuole entrare in questo mondo e vivere una storia intensa e indimenticabile. Altro elemento è Sesshomaru che, a mio parere, è il miglior personaggio della Takahashi. Poi capirete e mi darete ragione. Lo so.


Cosa aspettate a leggerlo? E soprattutto a guardarlo su Netflix?
Ps: è stato realizzato anche un drama cinese ispirato a Inuyasha: The Holy Pearl. Da brava fangirl, vi suggerisco di guardarlo.
Ps 2.0: è stato annunciato un sequel anime con protagonisti i figli dei due demoni cane!
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